Una stella, un desiderio. Ma una notte non regala la felicità

E’ la notte dei desideri. La notte delle speranze e dei sogni da affidare alle stelle. E’ la notte di San Lorenzo, quando dal cielo cadono le lacrime del Santo o, meno romanticamente, si vedono le Perseidi, meteore originate dalla cometa Swift-Tuttle. Sarà una notte senza Luna e le stelle cadenti si accenderanno (anche se il picco di visibilità ci sarà la notte tra il 12 e il 13 agosto). Saranno tante, tantissime, tra le 100 e le 120 meteore l’ora. Ci saranno desideri da esaudire per tutti.
«I desideri spesso ci colgono nostro malgrado – dice William B. Irvine, un filosofo che qualche anno fa ha scritto il libro ‘On desire – Why We What We Want’ dedicato proprio a quell’irresistibile voglia che abbiamo di volere ciò che non abbiamo – e talvolta hanno un impatto enorme che arriva a cambiare il corso della nostra vita. Infatti, allo stesso modo in cui abbiamo acquisito la capacità di desiderare, siamo stati “programmati” per trovare alcune cose più desiderabili di altre». Peccato questa non sia la strada per la felicità. «Il modo migliore per raggiungere la felicità duratura – conclude Irvine – non è quello di cambiare il mondo intorno a noi o il nostro posto in esso, ma di cambiare noi stessi. Se riusciamo a convincerci a volere ciò che abbiamo già, possiamo migliorare la nostra felicità».
Ma cosa desiderano davvero gli italiani? Una risposta viene da un’indagine condotta dal motore di ricerca www.jetcost.it per un’altra notte magica dei desideri, quella di San Silvestro. Possedere una casa, viaggiare in giro per il mondo e volare in prima classe occupano le prime tre posizioni. E’ curioso, ma il 33% ha confessato che gli piacerebbe trascorrere una notte con il personaggio famoso preferito, mentre solo il 29% ha tra le sue preferenze il matrimonio.
Inizialmente, a tutti gli intervistati è stato chiesto se fatto una lista dei desideri per il 2018 e oltre un quarto di loro ha detto di sì (28%). Di questi, due terzi hanno dichiarato di sentirsi in grado di realizzare quelli messi per iscritto, mentre uno su cinque ha detto di aver fatto una lista ma di essersi accorto di quanto fosse difficile metterla in pratica. Andando più a fondo, a tutti gli intervistati è stato chiesto quali desideri avessero scritto sulla propria lista, e questi sono stati i risultati più ricorrenti:
1. Possedere una casa – 77%
2. Viaggiare in giro per il mondo – 71%
3. Volare in prima classe – 62%
4. Avere dei figli – 58%
5. Lanciarsi con il paracadute – 52%
6. Essere miliardario – 49%
7. Superare una fobia – 46%
8. Avere il corpo dei propri sogni – 45%
9. Avere un proprio business – 39%
10. Scrivere un libro – 35%
Chissà se questa notte alle stelle cadenti si chiederanno le stesse cose chieste al nuovo anno che stava per entrare? Forse i desideri sono stati già tutti esauditi, o forse già tutti accantonati.
Anche se in questi anni il concetto di desiderio – grazie anche al linguaggio e alla psicologia della pubblicità e della Società dei consumi – si è profondamente modificato. Soprattutto manca l’attesa tra il desiderare e il soddisfare. Sì perché, in fondo, è tutta una corsa ad appagare l’ultimo desiderio. Che nasce nostro malgrado. Quasi non ce ne accorgiamo.

Nel libro di Massimo Recalcati, tra i più noti psicoanalisti italiani, “Ritratti del desiderio” (Raffaello Cortina, seconda edizione giugno 2018) spiega come il desiderio non sia mai un’esperienza di padronanza. “Non sono Io che desidero ma è il desiderio che desidera al di là del mio Io”.
Già nel volume “L’uomo senza inconscio”( Raffaello Cortina Editore, 2010) Recalcati aveva proposto l’idea di una nuova malattia diffusa in Occidente: il tramonto del desiderio. L’Occidente capitalista, che ha liberato l’uomo dalle catene della miseria trasformandolo in un homo felix, ha prodotto una nuova forma di schiavitù: l’uomo senza desideri, condannato a perseguire un godimento schiacciato sul consumo compulsivo e perennemente insoddisfatto. Secondo Recalcati, nelle forme psicopatologiche oggi più diffuse – anoressie, bulimie, tossicomanie, depressioni, attacchi di panico, somatizzazioni – il soggetto dell’inconscio, cioè il soggetto del desiderio, non è più protagonista. Al centro della nuova clinica non ci sono più fenomeni di inibizione del desiderio ma l’assenza, lo spegnimento, la morte del desiderio come tale. Prevalgono l’apatia, il vuoto, la fatica di esistere. In questo senso la nuova clinica è una clinica dell’anti-amore, è una clinica senza il soggetto dell’inconscio.
Concetti difficili. Quindi stanotte tana libera tutti e via libera ai desideri. Soprattutto a quelli di pace, salute, libertà, uguaglianza. Quelli che solo una stella magica e cadente potrà davvero realizzare. Il sogno di un nuovo smarthpone lo esaudirà l’offerta straordinaria di un grande magazzino.
(Foto: Pixabay e Pexels)