Trapianti: è l’Italia dell’eccellenza, dalle sale operatorie alla rete nazionale. Aperto a Roma il 40°Congresso SITO
«Nel corso dei decenni il trapianto di organi quali i reni, il cuore, i polmoni, è entrato nella pratica clinica. La crescita della trapiantologia, a cui sia gli addetti ai lavori, sia l’opinione pubblica hanno assistito, rappresenta una delle punte di diamante di cui la medicina moderna oggi si vanta. Nella storia dei trapianti possiamo individuare tre differenti fasi temporali: la fase pioneristica sperimentale, la fase di realizzazione clinica la fase di standardizzazione delle metodiche e di riproducibilità su larga scala dei risultati. La trapiantologia nel corso degli anni ha raggiunto traguardi lusinghieri, diventando un esempio paradigmatico di interdiciplinarità, spaziando dalla fisiopatologia alla tecnica chirurgica, dalla diagnosi precoce alle nuove frontiere terapeutiche, dagli aspetti etici legati alla donazione fino alle nuove metodiche di perfusione, conservazione e rigenerazione degli organi». Pasquale Berloco è commosso e onorato di aprire in qualità di Presidente dell’evento il 40° Congresso della Società Italiana Trapianti d’Organo davanti ad una platea d’eccezione. Al suo fianco Franco Citterio, presidente della SIOT – alla fine dell’anno passerà il testimone ad Umberto Cillo – e presidente della Fondazione Italiana Promozione Trapianti d’Organo (FIPTO) che è appena nata in casa SIOT. Il Congresso è corso a Roma all’Hotel Ergife fino a venerdì 28.
«La procedura trapiantologica – ha aggiunto Berloco- soprattutto per quanto riguarda i trapianti di rene, fegato, polmone, cuore e pancreas, è oggi attività routinaria nei centri trapianti di tutto il mondo ed ha ottenuto risultati di sopravvivenza e di riabilitazione più che soddisfacenti (basti pensare che all’inizio la sopravvivenza di fegato era del 25% ad un anno, oggi abbiamo raggiunto l’80% ad un anno). Molto è stato fatto e grandi risultati sono stati raggiunti ma ci sono ancora tanti problemi da risolvere. Possiamo oggi affermare che la chirurgia dei trapianti è purtroppo vittima del suo stesso successo perché è passata da chirurgia di nicchia ad una pratica chirurgica sempre più diffusa. Esiste, infatti, un numero sempre maggiore di casi per i quali il trapianto di organi è indicato ed opportuno; di contro la disponibilità di organi non riesce a soddisfare la domanda. Per questo il quarantesimo congresso della SITO si pone come obiettivo quello di affrontare tematiche di grande attualità quali la donazione da vivente e la donazione a cuore fermo e sarà questa l’occasione per confrontarsi sui nuovi percorsi da affrontare nella ricerca quali la conservazione e la rigenerazione degli organi e il trapianto di cellule».
Un Congresso che è stato anche l’occasione per celebrare i 50 anni dei trapianti in Italia. Era il 1966, infatti, quando il professore Paride Stefanini insieme al professore Raffaello Cortesini effettuavano il primo intervento del genere nel nostro Paese trapiantando un rene da una donatrice abruzzese ad una ragazza 17enne. Ed è stato proprio il professore Cortesini appositamente arrivato dagli Stati Uniti come ospite d’onore a tenere una Lettura Magistrale sulla storia dei trapianti a Roma, alla quale ha fatto seguito quella del professore Francesco Paolo Schena che ha ripercorso la storia italiana e quella del professore Barry Donald Kahan che ha ricordato le principali tappe a livello mondiale. Il professore Alessandro Nanni Costa, direttore generale del Centro Nazionale Trapianti, ha portato il saluto del ministro Beatrice Lorenzin la quale nel sottolineare l’eccellenza della rete trapiantologica italiana e gli ottimi risultati ottenuti nel nostro Paese, anche in termini di qualità degli interventi e trasparenza nei risultati e nell’allocazione degli organi, ha voluto ringraziare tutti i professionisti che con enorme dedizione sono al servizio dei pazienti.