Sesso: italiani più informati ma usano ancora poco i contraccettivi

Crescono i metodi naturali fra i contraccettivi utilizzati, si abbassa l’età ideale in cui seguire lezioni di educazione sessuale e cala chi ammette il tradimento. Per la VI edizione della Settimana del benessere sessuale, in programma dal 28 settembre al 5 ottobre 2019 in tutta Italia, la Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica- FISS, ha condotto un’indagine sulle abitudini e le preferenze degli italiani a letto, distribuendo lo stesso questionario del 2015 con l’obiettivo di fare un confronto.
A chi chiedo aiuto. Alla domanda “Se il partner non vuole avere rapporti sessuali, qual è il comportamento che adotta prevalentemente?”, oltre il 51 per cento ha risposto che “Cerca di parlarne col partner” in linea con il risultato di quattro anni fa. La percentuale più alta a seguire è rappresentata da chi sceglie di fare finta di niente (14.6 per cento). Cresce il numero di chi chiede aiuto esterno a uno specialista, quest’anno salito all’1,7 per cento rispetto allo 0,9 per cento del 2015. Resta costante la percentuale che invece sente aggressività e la mostra. Oltre il 44,9 per cento pensa che sia la comunicazione la componente più importante in una relazione affettiva di coppia. Al secondo posto compare la fiducia (30,7 per cento) e la reciprocità (17,4 per cento). Il 2,1 per cento sceglie l’umorismo mentre supera di poco lo 0,3 per cento l’aspetto economico.
Contraccettivi. Sì ma con moderazione. Chi nel 2019 lascia nel cassetto il condom spiega che diminuisce il piacere (31,1 per cento, nel 2015 era il 45 per cento), il 9,7 per cento invece per non interrompere il rapporto. Sale ma di poco la percentuale di chi dice di non usare il preservativo perché costa troppo (oggi è il 2,1 per cento, nel 2015 era l’1 per cento). Anche se non usano il profilattico durante il rapporto, gli intervistati sanno che il rischio di contrarre infezioni sessualmente trasmissibili è alto (50 per cento), altissimo il 36 per cento mentre ritiene sia basso il 10,2 per cento. Sale la consapevolezza sul rischio di una gravidanza indesiderata (dal 50 per cento del 2015 all’attuale 58,1 per cento) e si conferma il 2.5 per cento di chi crede sia una ipotesi inesistente. Fra i contraccettivi preferiti, resiste come quattro anni fa al primo posto la pillola per il 34 per cento. Cresce chi si affida ai metodi naturali.
Al femminile. Il preservativo femminile è più conosciuto di quattro anni fa ma ancora non spopola. Oggi è noto al 52,5 per cento degli intervistati che però afferma di non usarlo. Nel 2015 invece oltre il 50 per cento degli intervistati non lo conosceva. Oggi come ieri solo l’1 per cento lo usa ma non ha intenzione di farlo di nuovo.
Nei secoli fedeli. Coloro che hanno risposto al questionario fanno parte di un esercito di amanti fedeli: solo il 15,7 per cento ammette di aver tradito il partner attuale. Il dato è in calo rispetto alla tendenza di quattro anni fa quando a tradire era il 21 per cento.
A scuola. L’introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole dovrebbe essere introdotta durantela primaria per il 38,6 per cento. Si tratta di un abbassamento dell’età visto che nel 2015 era la scuola media a vincere le preferenze (46 per cento). Per il resto, le risposte rimangono in linea: per il 67,8 per cento l’educazione sessuale andrebbe affidata agli specialisti mentre il 24 per cento preferisce i genitori e il 7,2 sceglie gli insegnanti.
La prima volta. Confermata la tendenza su quando avere il primo rapporto sessuale sia per i maschi sia per le femmine. Nel questionario di quest’anno, il 51,1 per cento crede sia meglio che un maschio abbia il suo primo rapporto sessuale intorno ai 17-18 anni. Solo il 12 per cento pensa che il ragazzo debba superare la maggiore età. Anche per le ragazze, secondo il campione, il passo andrebbe fatto a 17 anni (49,2 per cento), con un aumento al 14,8 per cento di coloro che pensano che sia meglio superare i 18.
«I dati – commenta Roberta Rossi, presidente della Fiss – confermano dei trend che conosciamo, meno uso dei contraccettivi e della protezione anche a fronte della maggiore consapevolezza delle malattie sessualmente trasmissibili, cresce il bisogno di informazione e si ritiene sia giusto inserirla sin dalle elementari. La sessualità è un argomento sempre più diffuso nella popolazione ma che riceve ancora poca attenzione a livello di politiche sociali e sanitarie. Abbiamo bisogno che sia preso in carico e non lasciato soltanto alla libera iniziativa di professionisti che se ne occupano facendo del proprio meglio, ma non essendo adeguatamente sostenuti».
La Settimana del Benessere Sessuale dal 28 settembre al 5 ottobre. Giunta alla sesta edizione, l’iniziativa – organizzata dalla Federazione italiana di sessuologia scientifica – ha lo scopo di aumentare l’attenzione verso l’educazione sessuale e affettiva in Italia, diffondendo una conoscenza adeguata delle tematiche legate alla sessualità con il supporto delle ricerche in sessuologia scientifica per aiutare la persona a trovare il proprio equilibrio attraverso la conquista del benessere. «La Settimana del Benessere Sessuale – spiega Roberta Rossi, presidente della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica – è diventata ormai un appuntamento per tutti coloro che vogliono confrontarsi o chiarire qualche dubbio rispetto alla propria sessualità individuale e di coppia. La salute sessuale rappresenta un aspetto importante della vita e imparare a preservarla è una forma di rispetto e cura verso se stessi e la propria coppia».
Le consulenze gratuite. Durante la settimana, gli iscritti alla Federazione aderenti all’iniziativa offriranno consulenze gratuite nelle diverse regioni italiane. L’appuntamento darà modo, a coloro che non hanno mai sentito la spinta a rivolgersi a uno specialista, di cogliere l’occasione per condividere un pensiero, la preoccupazione di vivere un rapporto critico di coppia o affermare la consapevolezza del proprio corpo. Sul sito della Federazione (www.fissonline.it) e sulla pagina Facebook è possibile scegliere il professionista più vicino a casa fra gli oltre 200 che quest’anno hanno aderito per programmare una seduta gratuitadurante la Settimana del Benessere Sessuale. L’approccio raccomandato dagli specialisti prevede un percorso integrato che affianca la terapia sessuologica alle cure mediche per curare le eventuali cause organiche.
(foto Pixbay)