Sesso e covid: si bacia di meno ma non solo

Il coronavirus ha cambiato e sta cambiando tanto nelle nostre vite. E il timore del contagio ha interferito anche sulla sfera più intima. Comportamenti e tendenze in relazione alla pandemia sono emerse dai risultati del sondaggio della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica (FISS) in occasione della Settimana del Benessere Sessuale. «Scopo di questa indagine – spiega Salvo Caruso, presidente della FISS, ginecologo e associato dell’Università di Catania – è stato quello di comprendere meglio le relazioni di coppia e le attitudini sessuali dei soggetti adulti durante la pandemia. Tra gli obiettivi preposti vi era quello di comprendere meglio in che modo gli individui percepiscono tali cambiamenti e come reagiscono nei contesti di emergenza, allo scopo di poter pianificare strategie di supporto e offrire maggiore assistenza per eventi simili in futuro».
Torna la Settimana del Benessere Sessuale fino 10 ottobre. Per il settimo anno, la Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica offre un appuntamento agli italiani per aumentare l’attenzione sull’educazione sessuale e affettiva e conoscere le tematiche legate alla sessualità. Sul sito della Federazione (www.fissonline.it) e sulla pagina Facebook sono pubblicati gli appuntamenti e la lista degli specialisti che offrono una consulenza gratuita.
La pandemia ha minato la sicurezza. Nonostante il timore di contrarre l’infezione sia alto, i partecipanti giudicano molto basso il proprio grado di osservanza alle regole di restrizione. La pandemia in generale ha sicuramente minato il senso di sicurezza: un livello di preoccupazione maggiore viene riscontrato per la famiglia, il partner e la società in generale mentre di gran lunga inferiore quello per sé. Quanto all’impatto del covid, per il campione è la salute psichica ad essere più a rischio rispetto a quella fisica.
Si bacia di meno. La paura del virus ha influenzato il più classico dei gesti d’amore: il bacio. In base alle risposte dei partecipanti, si registra una diminuzione dei baci con scambio di saliva tra partner. L’88% degli intervistati dichiara comunque di non aver interrotto l’attività sessuale a fronte del 12% che ha smesso di avere rapporti. In media, il grado di soddisfazione sulla propria sessualità è di 3,4 in una scala da uno a sette. Dai dati si registra l’idea che l’impegno per far andare avanti una relazione, la comunicazione tra i partner ed anche la conoscenza reciproca siano gli elementi più importanti per avere una vita sessuale soddisfacente.
«Il fatto di avere dei problemi sessuali – commenta Caruso – non denota di per sé una scarsa compatibilità tra i partner. Queste considerazioni appaiono una nota positiva poiché sembrerebbe che lavorando sulla coppia attraverso la comunicazione e la condivisione anche degli interessi sessuali si potrebbe risollevare il problema ed accrescere quindi la complicità e di conseguenza anche la soddisfazione sessuale tra i partner».
Prevalgono le relazioni esclusive. L’esclusività del comportamento sessuale insieme all’importanza di una relazione duratura appaiono confermate anche sul piano psicologico in riferimento alle fantasie sessuali. Agli intervistati è stato chiesto quale fosse il numero di partner con i quali avevano fatto sesso nei 12 mesi precedenti. Dai dati emersi sembrerebbe esserci una prevalenza di relazioni esclusive e serie. Il 33% dichiara di avere raramente fantasie sessuali con persone con le quali non ha un legame mentre il 12% ammette di averle “più volte a settimana”. Così come alla maggior parte (55%) capita raramente di fantasticare con persone appena conosciute mentre solo al 24% succede spesso.
Com’era la vita amorosa prima della pandemia ? Non tanto diversa a giudicare dalle risposte anche se tra i dati di peggioramento, la percentuale maggiore la ritroviamo in relazione alla vita sessuale. Sono stati poi indagati i comportamenti erotici messi in atto dall’inizio della pandemia: sul totale, l’uso del materiale pornografico appare lo stimolo prevalente ma si registrano anche comportamenti più esplorativi, propositivi, di novità perché per esempio il 18% ha messo in atto fantasie, l’11% ha provato una nuova posizione, il 18% ha cercato informazioni sulla salute sessuale su Google e il 7% ha fatto telefonate sessuali. La pandemia sembra abbia inciso leggermente sulla capacità di raggiungere l’orgasmo: prima il 17% aveva difficoltà, dopo la percentuale è salita al 22%. «Avere più tempo per scoprirsi e scoprire – conclude Caruso- probabilmente ha influito sull’esperienza orgasmica».
È stato chiesto infine di esprimere il proprio grado di accordo o disaccordo a delle affermazioni riguardanti alcune limitazioni circa l’attività sessuale per eliminare o ridurre il rischio del contagio. L’espressione “è preferibile avere rapporti sessuali sempre protetti per evitare la diffusione del virus” raccoglie più consensi (3,5 in una scala da 1 a 4), seguita da “Bisogna eliminare lo scambio di saliva durante i rapporti sessuali” e da “La paura del contagio riduce il tuo stato di eccitazione sessuale”.
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