Ragazzi ‘disconnessi’ con la vita. Dipendenti da internet e palestra. E’ allarme
Chiunque abbia mai avuto a che fare con un adolescente lo sa: toglietegli tutto ma non la connessione internet. Ma se fino ad ora questo eterno navigare era stato solo fonte di litigate familiari adesso deve, invece, suonare come un campanello d’allarme. Perché oltre un adolescente su cinque presenta un uso problematico di Internet. Addirittura una dipendenza. È il quadro che emerge dai risultati di uno studio condotto presso la Fondazione Policlinico Universitario “A. Gemelli” IRCCS – Università Cattolica del Sacro Cuore e pubblicato sulla rivista internazionale “Frontiers in Psychiatry” che ha messo in evidenza come oltre il 22% dei giovani che frequentano le scuole superiori presenta un rapporto disfunzionale con il Web. Ma non è l’unica preoccupazione: sono sempre più giovani i ragazzi che cercano ‘lo sballo’ attraverso l’alcool o che vivono la palestra come dipendenza, così come il gioco d’azzardo.
La ricerca è stata condotta dal dottor Marco Di Nicola e coordinata dal professor Luigi Janiri dell’Unità operativa Complessa del Gemelli e Istituto di Psichiatria e Psicologia dell’Università Cattolica e dimostra anche una relazione tra l’uso problematico di Internet ed un peggiore rendimento scolastico, oltre che alcuni tratti di personalità e caratteristiche psicologiche già associati al rischio di sviluppare disturbi psichici.
L’uso problematico di Internet è stato rilevato nel 22,1% dei giovani senza differenze tra maschi e femmine. «Questo fenomeno – spiega l’esperto- è stato valutato con un’intervista e con test specifici che esplorano l’impatto dell’uso di Internet sulla quotidianità (scuola, lavoro, rapporti familiari e relazioni interpersonali, durata e qualità del sonno, etc.) e il grado di disagio che i giovani sperimentano quando non possono accedere al Web con le modalità desiderate. Si tratta di un comportamento altamente disadattivo (con ripercussioni significative sul funzionamento generale del soggetto) anche se non si può parlare ancora di una vera e propria “dipendenza”. Inoltre, il 9,7% degli adolescenti valutati ha descritto delle modalità di gioco problematiche, con un elevato rischio di sviluppare una condizione di gioco d’azzardo patologico. I maschi riportano tale condotta più frequentemente delle femmine (29,9% vs. 3,7%)».
E ancora, il 6,2% del campione ha riferito di praticare esercizio fisico in maniera eccessiva (in questo caso è stato valutato il grado di coinvolgimento in attività sportive, le ripercussioni negative sul funzionamento quotidiano e sulle relazioni interpersonali, oltre che sull’umore quando i soggetti non possono allenarsi come vorrebbero).
«Le condotte di dipendenza studiate- sottolinea Di Nicola – sia da sostanze sia comportamentali, sono risultate associate ad una ridotta performance scolastica: più grave è la problematica del ragazzo, peggiore è il suo rendimento».
Infine, tratti di personalità e caratteristiche psicologiche come l’incapacità di provare piacere, l’impulsività, la difficoltà a riconoscere e descrivere le proprie emozioni e la tendenza alla dissociazione, correlano con il rischio di comportamenti di dipendenza.
«Negli ultimi anni abbiamo assistito, tra i giovani italiani, all’abbassarsi dell’età del primo contatto con le sostanze d’abuso, all’aumento del poliabuso, di comportamenti quali il binge drinking e la drunkoressia (sottoporsi a restrizione alimentare prima di consumare alcolici, sia per limitare l’introito calorico ed evitare di prendere peso, sia per potenziare gli effetti euforizzanti e disinibenti dell’alcol), nonché dell’uso problematico di Internet e del gioco (prevalentemente online), con un incremento del rischio di sviluppare in età adulta dipendenze patologiche e disturbi psichici» conclude Janiri.