Pranzo di ferragosto: consigli per i ‘fagottari 2.0’ (sognando le lasagne)

C’è stato un tempo in cui mangiare in spiaggia era un’arte, un rituale, quasi una missione. Lasagne, pasta con il tonno, parmigiana di melanzane e timballi. Accompagnati da fiaschi di vino. Senza limiti alla fantasia. Senza limiti alle calorie. E per ogni arte c’è un artista e loro, i ‘fagottari’ di Ostia, erano davvero i picasso del pranzo di ferragosto. Si cucinava nelle cabine o si portavano le sporte (i fagotti, appunto) da casa. In una gara (anche di resistenza) tra ombrellone e ombrellone. Immancabile il cocomero in acqua, che non rinfresca ma fa tanto estate. Adesso è tutto cambiato ma il pranzo di Ferragosto in spiaggia resta comunque un appuntamento da non mancare. Di vere ‘istruzioni per l’uso’ non ce ne sono, ad ognuno il suo, ma qualche accortezza sì.
Mettersi all’ombra
Almeno durante il pranzo la tintarella può attendere. Sono le ore più calde ed è importante cercare un po’ di ombra. Protezione solare adeguata anche sotto l’ombrellone.
Borse frigo e alimenti ‘a prova di caldo’
Niente fagotti ma borse refrigerate perché con il caldo è facile che gli alimenti possano deperire. «I cibi deperibili non dovrebbero restare fuori per più di un’ora quando fa caldo, e questo include anche il tempo che il cibo resta in macchina e che impieghiamo in spiaggia se non è contenuto in una borsa refrigerata – dice Isabel Maples, nutrizionista e dell’Accademia di nutrizione e dietetica negli Stati Uniti – L’ideale sarebbe avere due contenitori termici, uno per il cibo e uno per le bevande. Una volta in spiaggia devono essere messi all’ombra o coperti con un asciugamano».

Bere tanto (ma non alcool)
Bere e idratarsi è importante. Soprattutto se fa particolarmente caldo. «Oltre all’acqua si possono provare i succhi o le acque aromatizzate. Queste bevande possono essere più piacevoli, quindi si è maggiormente invogliati a bere e a idratarsi – dice la Maples – ma è saggio limitare l’assunzione di alcool che, al contrario favorisce la disidratazione che, con il sole caldo, avviene anche più velocemente. Ma se un pranzo in spiaggia senza alcool non è proprio realistico, allora è bene assicurarsi di bere tanta acqua tra le birre per rimanere idratato». Comunque, se si lascia l’alcool a casa è decisamente meglio.
Parola d’ordine: leggerezza
Dimentichiamo lasagne e parmigiana di melanzane che trasuda olio (e felicità per il palato) e riempiamo le borse frigo con alimenti freschi e leggeri. E qui non c’è che l’imbarazzo della scelta. Michelangelo Giampietro, medico specialista e docente presso la Scuola dello Sport Coni Roma suggerisce di consumare pasti con porzioni più piccole, preparati con cibi freschi e leggeri e fare spuntini più frequenti con frutta di stagione oppure centrifugati di frutta, verdura ed erbe aromatiche fresche particolarmente ricche di acqua, minerali e vitamine. A seguire una bresaola per mantenere la linea senza rinunciare al gusto. «Non bisogna, però, incorrere nell’errore comune di preparare sempre e solo panini – continua Giampietro – Quindi via libera a tantissime ricette fresche, dalle classiche “insalatone” alla pasta fredda, alle insalate di riso, farro o altri cereali, ai carpacci con verdure e, ogni tanto, anche i panini, preferendo quelli integrali, ai cereali e/o con i semi, sempre in abbinamento con una verdura fresca e di stagione.».
Che la dieta mediterranea sia comunque sempre preferita dagli italiani è una certezza. Un’indagine condotta qualche tempo fa e promossa dal Polli Cooking Lab elaborando i pareri di chef e nutrizionisti italiani ha messo in evidenza come in spiaggia vadano forte insalate di riso (secondo il 41%), di farro (36%) e cous cous (28%) insieme a pomodori (67%), zucchine (63%) e olive (57%), mentre a casa non mancano mai pesce (58%), carne (53%) e verdure grigliate ( 45%). Gli alimenti da evitare, secondo il 78% degli esperti, sono ovviamente i piatti grassi, insieme agli alcolici (75%) e alle bevande zuccherate (63%).
No a wurstel, insaccati e alimenti grassi troppo calorici, troppo difficili da digerire, troppo deperibili sotto al sole. Anche nell’isalata di riso o di pasta, immancabili piatti da ombrellone.

Il must: l’anguria
Non è ferragosto se non c’è l’anguria. Inutile metterla a bagno nell’acqua, tanto non si raffredda e, al massimo, si perde. Meglio preparala già a pezzetti e tenerla nella borsa frigo. Dagli Stati Uniti Marge Perry autrice del libro “Hero Dinners: Complete One-Pan Meals That Save the Day ” lancia l’idea dell’anguria in insalata con pezzetti di feta. L’anguria rinfresca e aiuta a reidratarsi, la feta reintegra l’apporto di sodio perso con la sudorazione e l’insieme è molto piacevole per il palato.
In spiaggia si mangia con le mani! Bandita la plastica
‘Se il mare è una tavola…sparecchialo!’ La campagna di Greenpeace contro l’uso (e l’abbandono) della plastica in mare è stata sapientemente affidata all’ironia di Casa Surace.
Un po’ di saggio buonumore ricco di spunti interessanti. Portare i cibi in contenitori di vetro, tipo i barattoli delle conserve, non solo è ecologico ma è anche igienicamente perfetto. E decisamente alla moda.
(foto: Pixabay) (Nella foto in apertura, una scena di ‘Domenica d’Agosto’ di Luciano Emmer del 1950 – nella foto di copertina Nellone, bagnino di Ostia prestato al cinema)