Osteoporosi, ladra di ossa. Non è una cosa solo da donne
E’ una ladra di ossa. E come tutti i ladri arriva in silenzio. Quando ci accorgiamo di lei spesso è troppo tardi ed è difficile correre ai ripari. E’ una ladra e non guarda in faccia nessuno: uomini o donne. E’ l’osteoporosi, una patologia invalidante eppure spesso ignorata. Quasi fosse un inevitabile acciacco dell’età. Ogni 3 secondi nel mondo si verifica una frattura da osteoporosi, più di 8,9 milioni ogni anno. Un destino ineluttabile per una donna su tre e per un uomo su 5. Sì, perché l’osteoporosi non è solo ‘una cosa da donne’ come si è creduto per molto tempo e come ancora spesso credono gli uomini che, per questo, non se ne curano. E’ vero che negli uomini le fratture da fragilità hanno una frequenza che è la metà rispetto a quella delle donne ma è altrettanto vero che la mortalità e la disabilità entro un anno dall’evento è doppia. Ci si frattura di meno ma si paga un prezzo decisamente più alto.
E così, oggi, 20 ottobre in occasione della Giornata Mondiale per l’Osteoporosi, la parola d’ordine dell’International Osteoporosis Foundation è: “Ama le tue ossa”, proteggi te stesso. Sì perché la chiave è tutta lì, nella prevenzione. Quasi una porta blindata per impedire alla ladra l’accesso in casa.
Le fratture di femore dal 1990 al 2050 aumenteranno del 310% negli uomini e del 240% nelle donne e saranno responsabili di disabilità e perdita di indipendenza. Già adesso nelle donne con più di 45 anni l’osteoporosi causa più giorni in ospedale di altre malattie quali tumore al seno, infarto miocardico e diabete. Per un uomo il rischio di una frattura di femore è il 27 per cento più alto di un tumore alla prostata.
Un femore fratturato è quasi una condanna senza appello quando i capelli sono bianchi. Anzi, l’appello c’è nel senso che il 50 per cento delle persone con una frattura da osteoporosi ne avrà un’altra. Una persona su 4 dopo una frattura di femore per osteoporosi non è più capace di camminare indipendentemente, 6 su 10 ha necessità di assistenza dopo un anno, 3 su 10 entro un anno non sono più autosufficienti in casa. E poi c’è quel 20-24 per cento di persone che entro un anno dalla frattura di femore muoiono. Per non parlare delle fratture vertebrali. Basta niente. Una busta della spesa più pesante, un abbraccio di un nipotino e la frattura arriva.
Un quadro che dovrebbe, da solo, spaventare. Eppure solo un terzo delle fratture vertebrali riceve cure cliniche, l’80 per cento delle persone che hanno subito almeno una frattura da osteoporosi non sono identificate e non seguono un trattamento. Resta una patologia sottostimata e sottocurata. Solo il 40% delle persone ad alto rischio che fanno uso cronico di glucocorticoidi per via orale fanno il test o si curano. E poi ci sono fattori di rischio come il diabete o la celiachia: l’incidenza di fratture tra le persone affette da celiachia è più alta rispetto a chi non ne è affetto, con aumenti del 90% e quasi dell’80% per le fratture del femore e del polso.
‘Ama le tue ossa. Proteggi te stesso’. Parla con il medico e chiedi una valutazione superati i 50 anni. Adotta uno stile di vita salutare, una dieta ricca in calcio, proteine, vitamina D. Fai esercizio fisico e segui trattamenti di supporto. Esistono terapie che riducono fino al 70 per cento il rischio di frattura. E ‘bonifica’ casa dai pericoli di cadute: occhio a tappeti, scale, ostacoli e scarpe.