Numero Verde Gioco d’azzardo: a chiamare soprattutto uomini

Sono state 4.580 le persone che, a due anni dalla sua attivazione, si sono rivolte al Telefono Verde Nazionale per le problematiche legate al Gioco d’Azzardo del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità. A chiamare sono stati soprattutto uomini, l’81 per cento, mentre i familiari dei giocatori sono per il 48 per cento maschi e per il 52 per cento femmine.
E’ stato soprattutto il Lazio la regione con il più alto numero di contatti (337), seguono Lombardia (250) e Campania (242). Più della metà degli utenti, ha conosciuto il Telefono Verde grazie a internet, più di un terzo grazie a TV, radio e giornali. In misura minore altri canali hanno contribuito alla pubblicizzazione del Numero Verde tra cui luoghi di gioco (2 per cento) e la presenza del Telefono Verde sui prodotti di gioco (1 per cento). Nel decreto del 18 settembre 2018 del Ministero della Salute, infatti, si definisce che i tagliandi cartacei delle lotterie istantanee devono riportare tra le avvertenze anche la dicitura “Telefono Verde Nazionale 800 55 8822 per i disturbi legati al gioco d’azzardo”. Dal momento della sua attivazione – 2 ottobre 2017 – al 30 settembre 2019, il Servizio ha gestito un picco di telefonate proprio in coincidenza dell’emanazione del DM 18 settembre 2018 con oltre 1000 telefonate nell’ultimo quadrimestre 2018.
L’utenza ha raccolto tutti gli stakeholders coinvolti nella problematica ma i familiari e gli amici di giocatori (53 per cento) e i giocatori (44 per cento), sono risultati quelli maggiormente rappresentati.
Tra le motivazioni che hanno portato alla decisione di rivolgersi al Telefono Verde quella più frequente è la richiesta di aiuto per smettere di giocare o far smettere di giocare un proprio caro (73 per cento), la richiesta di informazioni sulle risorse territoriali dedicate alla cura del disturbo da gioco d’azzardo e al sostegno per le problematiche ad esso connesse (64 per cento). In percentuali minori le richieste portate dall’utenza hanno riguardato anche una condizione di malessere (16 per cento), il sostegno per il tentativo in corso di smettere di giocare e le informazioni sul Servizio (entrambi 10 per cento) e problemi legati all’aspetto familiare o lavorativo (9 per cento).
Le classi di età più rappresentate tra il gruppo utenza giocatori sono 36-45 anni (25,4 per cento) e 46-55 anni (24 per cento), e mentre i familiari sono maggiormente rappresentati nella classe di età 56-65 anni (21,7 per cento) e a seguire 36-45 anni (20,7 per cento) e 46-55 anni (20,5 per cento).
(Foto Pixabay)