Mindfulness: effetti positivi su bambini con ADHD

Grazie alla mindfulness, una forma di meditazione orientata alla consapevolezza di sé, i bambini con Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD) hanno una migliore capacità di attenzione e concentrazione. E’ il risultato dello studio condotto dal gruppo di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Bambino Gesù, guidato da Stefano Vicari e pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health. Lo studio è stato coordinato dalla psicologa Deny Menghini dell’Unità di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Bambino Gesù e condotto in collaborazione con il gruppo del professore Franco Fabbro dell’Università di Udine, Dipartimento di Lingue e Letterature, Comunicazione, Formazione e Società.
Mindfulness: cos’è e a cosa serve
La meditazione mindfulness consiste in un insieme di procedure utili per “allenare” e sviluppare la consapevolezza durante la pratica meditativa con lo scopo di estenderla a ogni aspetto della vita. Negli ultimi quindici anni queste procedure sono state rivolte progressivamente anche a bambini e adolescenti nei contesti educativi, scolastici e riabilitativi. L’effetto riscontrato in età evolutiva è l’aumento progressivo della consapevolezza di ciò che accade intorno che facilita la concentrazione del bambino sul momento presente. I ricercatori del Bambino Gesù si sono posti l’obiettivo di verificare se questo tipo di meditazione potesse aiutare a migliorare l’attenzione e a favorire l’autocontrollo dei bambini con ADHD che subiscono persistenti aspetti di disattenzione, impulsività e iperattività, oltre che difficoltà nella gestione delle proprie emozioni.
Gli effetti positivi
In media, i bambini con ADHD che hanno seguito il percorso mindfulness hanno manifestato un miglioramento nelle prove cognitive al computer incentrate su esercizi di attenzione, memoria di lavoro e capacità di riconoscere segnali di stop per “inibire” la risposta. Anche dal punto di vista comportamentale, i genitori dei bambini hanno riferito un miglioramento di alcuni sintomi tipici dell’ADHD attraverso questionari a loro riservati.
I risultati ottenuti dalla ricerca del gruppo di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Bambino Gesù sono preliminari e dovranno essere confermati da studi che includono gruppi più numerosi. A quel punto, spiega Deny Menghini, «si aprirebbero nuove possibilità di intervento sull’ADHD, e il training mindfulness potrebbe essere proposto in associazione agli attuali trattamenti multimodali che coinvolgono bambini, genitori e scuola secondo le linee guida italiane e internazionali. La mindfulness, in particolare, potrebbe aiutare a migliorare i sintomi comportamentali e cognitivi di quel 30% di bambini che oggi non risponde agli interventi multimodali».
(Foto Pixabay)