Mancini si nasce. Diventarlo allena il cervello

Tutte su le mani (sinistre) per difendere l’orgoglio di essere mancini. Perché il diavolo non ci ha messo la zampa, figurarsi la mano. Non è ‘colpa’ (o merito?) suo se si nasce mancini. Non è sua la mano che fa sì che il 10% della popolazione mondiale usi la sinistra con la stessa naturalezza con il quale il restante 90% usa la destra (o entrambe in una percentuale decisamente ridotta). In ballo c’è ben altro e decisamente più scientifico. Quindi, oggi 13 agosto (la data è stata fissata a dispetto di quel numero che negli Usa ‘porta male’ e proprio in contrasto con quel senso di ‘sinistro’ dei pregiudizi), in occasione della Giornata Internazionale dei Mancini istituita da molti anni dal Left-handers International alzi la mano chi è fiero di esserlo. Che il mancinismo non sia più il segno del diavolo è – per fortuna – un pregiudizio cancellato da tempo. Anche se resta quel senso di ‘difetto’, di mancanza, di ‘sinistro’ , appunto, insito nell’etimologia del nome. Solo gli Incas in passato ritenevano il mancinismo un segno divino, un dono, un privilegio. Ma che loro fossero avanti a tutti è cosa nota.
Mancini si nasce o si diventa?

Ci vuole qualche mese prima che un neonato riesca ad afferrare un oggetto e qualche anno prima che un bambino inizi a disegnare e poi a scrivere manifestando quindi l’eventuale preferenza per l’uso di una mano o altre parti del corpo. Ma lo studio dimostra che già nel grembo materno la dominanza manuale è ben definita e il sistema motorio è molto sofisticato.
Uno studio guidato dalla ricercatrice Valentina Parma della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e dal professore Umberto Castiello dell’Università di Padova pubblicato su Scientific Reports, ha dimostrato che la dominanza manuale è già ben definita alla diciottesima settimana di gestazione. Quindi, mancini si nasce. Analizzando le caratteristiche di alcuni movimenti fetali, gli studiosi hanno saputo prevedere con accuratezza la preferenza motoria che quegli stessi bambini e bambine avrebbero avuto all’età di nove anni.
Comunque, i mancini sono tutto sommato pochi. E non sono neppure molte le possibilità di nascere mancino: chi ha entrambi i genitori con il lato sinistro dominante ha circa il 26% di possibilità di nascere mancino, se uno dei due è mancino e l’altro destrimane la probabilità è del 19,5% mentre è del 10% quella di ogni nato da genitori destrorsi.
E’ tutto un gioco di incroci

A 7 mesi un bambino gioca con la mano che preferisce. Dai 3 ai 7 anni c’è una certa fluidità e incertezza sulla mano da usare ma già a 7 anni un bimbo è capace ad ‘incrociare’ e cioè a toccare con la mano destra l’occhio sinistro e viceversa. A 8 anni sa distinguere che la sua sinistra è la destra della sua immagine allo specchio, a 10-11 anni sa che una penna è a sinistra del quaderno e il quaderno è a destra della penna.
Possiamo essere tutti un po’ mancini. Magari senza saperlo
Un mancino (ma il discorso vale anche per i destrorsi) si dice omogeneo se la lateralità è la stessa per mano, occhio e piede. Quindi scrive e calcia con lo stesso piede, altrimenti si dice eterogeneo. Un test per scoprirlo? Per mano e piede è facile, bisogna vedere qual è l’arto che istintivamente si usa e si predilige. Per l’occhio è più complesso. Bisogna fare su un foglio un foro di circa 2 cm di diametro e farlo scorrere su un libro in modo da fermarsi su una parola o una figura (se si tratta di un bambino che non sa leggere). E poi portare il foglio verso l’occhio che si preferisce per leggere.
Cambiare mano per allenare il cervello

Se nel passato i mancini venivano costretti a diventare destrorsi per correggere il ‘difetto’ (e magari allontanare il diavolo) oggi quella di cambiare mano dominante è un’attività fortemente consigliata (a mancini e non) per tenere il cervello in allenamento, soprattutto se si va avanti con gli anni. E’ una buona ginnastica per la mente. E’ tutta questione di allenamento: ci si mette sempre la crema sul viso con la destra? Per un po’ prendiamo l’abitudine di farlo con la sinistra. Si accarezza il cane sempre con la stessa mano dominante? E’ ora di cambiare. E il cervello ringrazia. La conferma viene da uno studio di qualche anno fa condotto dal professor Nicolas Langer dell’Università di Zurigo e pubblicato sulla rivista Neurology. I ricercatori hanno studiato un gruppo di persone destrorse costrette da una frattura a tenere fermo il braccio dominante ed imparare a diventare mancini per tutte le loro attività quotidiane. E hanno scoperto, grazie alle risonanze cerebrali, che già dopo due settimane di questa ginnastica forzata la quantità di materia grigia e bianca nella parte sinistra del cervello era diminuita fino al 10 per cento mentre la quantità di materia grigia e bianca nella parte destra del cervello era aumentata di dimensioni. «Abbiamo anche visto un miglioramento delle abilità motorie nella mano sinistra direttamente correlate ad un aumento di spessore nella parte destra del cervello, cambiamenti strutturali associati al trasferimento di abilità dalla mano destra alla mano sinistra» ha spiegato Langer.
Imparare a cambiar mano si può (ma che non sia una punizione o un obbligo!)
Gli esercizi sono semplici, è più un gioco e una ginnastica per la mente. Anche se a volte può diventare una necessità nel caso in cui non si possa davvero usare il braccio dominante. Una premessa è d’obbligo: ogni tentativo va fatto con azioni non pericolose come usare lame, fiamme, battere con un martello!
1) Scrivere
Bisogna fare pratica ogni giorno, con pazienza e costanza. Per imparare ci vuole del tempo. Si può iniziare con cose semplici come lettere a stampatello o piccoli disegnini e poi via via cimentarsi con azioni più difficili.
2) Gesti quotidiani

Cambiare mano nei gesti di tutti i giorni come spargere la schiuma da barba sul viso, muovere il mouse, spolverare. Può essere anche di aiuto allenare i muscoli della mano con una pallina antistress.
(Foto: Pixabay e Pexels)
