Mamme, il rispetto per le donne si impara da bambini. Intervista a Gianna Schelotto
Uomini che uccidono, che feriscono, che umiliano, che posseggono senza amare. Uomini che da una donna hanno avuto la vita eppure incapaci di rispettare la vita delle donne. Uomini che sono stati bambini. Nella giornata contro la violenza delle donne abbiamo deciso di aprire l’armadio delle scarpe e cercane un paio ‘al maschile’, magari taglia piccola, sempre rosse ovviamente. Perché abbiamo pensato di contribuire alla lotta contro la violenza sulle donne mettendoci nelle scarpe di quel bambino e con l’aiuto della scrittrice e psicoterapeuta Gianna Schelotto fare un passo indietro, per capire come aiutarlo a diventare uomo, quali errori non deve commettere una madre – ma anche i padri si devono rimboccare le maniche – nell’educarlo.
La mamma del figlio maschio diventa suocera in sala parto. Una battuta con un fondo di verità, perché l’arrivo del ‘principe’ scardina senza dubbio molti equilibri. Qual è l’errore più frequente che si commette?
Credersi le sole capaci di prendersi cura di quel figlio. Il discorso vale anche nei confronti delle bambine, ovviamente. Non importa quanto il padre sia presente, amorevole e disposto a condividere oneri e onori dell’esperienza genitoriale: la madre tende a tracciare una linea privilegiata intorno ai figli, si prende più spazio di quanto non gli serva e non gli competa. Dimentica – o finge di dimenticare – che invece si è genitori in due, che bisogna distribuire lo spazio ma anche i ruoli affettivi e sociali. Se poi il padre si adegua a questa situazione e si adagia davanti alla ‘comodità’ di poter fare un passo indietro allora la donna si trova davvero da sola, unica regista e unico esempio nell’educazione del figlio.
Come può una madre insegnare al figlio il rispetto delle donne?
Una donna deve insegnarlo e lo può fare esigendo il rispetto assoluto di sé. Con l’esempio, dunque. Deve innanzitutto instaurare un rapporto ‘rispettoso’ con il suo compagno. Un uomo è la figura di riferimento dei figli, deve essere lui il primo a rispettare una donna in casa, a non pretendere, a non alzare la voce, a dare una mano nella gestione domestica se serve, a non voler essere servito e riverito come un reale con i sudditi. E una donna deve esigere rispetto dal proprio compagno. Lo deve fare per se stessa ma anche per l’esempio che in questo modo dà ai figli, maschi e femmine. E poi lo stesso rispetto lo deve esigere dai figli disegnando confini molto precisi e definiti sui comportamenti da tenere. Nella vita quotidiana. Ai genitori – entrambi – ci si rivolge con educazione e si seguono delle regole. La mamma non è una schiava al tuo servizio di piccolo despota, se non ti piace quello che c’è in tavola non si alza a preparare immediatamente un’altra cena, non ti fa la cartella, non ti prepara lo zaino dello sport e mette a posto i vestiti. Non bisogna confondere il prendersi cura – commisurato all’età del bambino ovviamente – con il viziare ai limiti del servilismo. Ad una madre ci si rivolge nei modi e nei toni giusti, con il rispetto che merita come donna, come madre, come persona. Senza capricci o scusanti. E’ questa la normalità, punto.
Spesso gli uomini violenti con le donne si dimostrano incapaci a vivere il distacco. Come insegnare ad un bambino che da grande dovrà gestire anche questi momenti senza uscire di testa?
Si tratta di uomini che hanno difficoltà a gestire il distacco o l’abbandono perché le loro famiglie non li hanno mai lasciati andare veramente. Perché non gli hanno mai insegnato che non si è amati indipendentemente dalle azioni che vengono compiute. Perché una cosa è amare un bambino per quello che è, altra è trasmettergli il messaggio che anche se si comporta male è comunque apprezzato. Una madre ama sempre i suoi figli e questo è scontato. Ma bisogna insegnar loro che le azioni hanno un peso.
Riguardando quelle scarpette rosse, qual è il consiglio che darebbe alla mamma di quel bambino?
Di trasmettergli che il valore assoluto più importante è il valore che lui ha di se stesso. Che lui – ma il discorso vale anche per le bambine – basta a se stesso. Se una donna ti lascia non sei finito, se non hai un uomo al fianco non sei una donna incapace di vivere. Il rispetto di se stessi è fondamentale. Quel bambino diventato uomo non si sentirà sminuito da una donna che lo lascia, non avrà bisogno di alzare la voce per sentirsi imporante, non andrà in crisi al minimo inconveniente perché troverà la forza in sé. E la bambina diventata donna non dovrà per forza appoggiarsi ad un uomo per dare un senso alla propria vita. Ma per fare questo è necessario che la madre – e il padre – facciano un passo indietro: se vogliamo aiutarli a crescere rendiamoli autonomi, facciamo in modo che imparino a prendersi cura di loro stessi.