Mal di terra, quando le onde del mare ti restano dentro

Sentire il mondo alla rovescia. Sentirsi in mare quando si sta sulla terra ferma. Quando le onde ti restano chiuse dentro e non se ne vogliono andare. Si chiama ‘mal di terra’ anche se il nome corretto è ‘Mal de Débarquement’ (MdDS), e si verifica dopo viaggi in mare o un lungo volo in aereo. Non a caso è conosciuta anche come ‘malattia da sbarco’. Qualche giorno o una semplice uscita in barca bastano per farci avere quella sensazione di ‘ondeggiamento’ anche quando mettiamo i piedi sulla terraferma. Può verificarsi spesso in chi fa uscite sub in barca e anche tra gli accompagnatori che restano a bordo per un periodo più lungo. E poi viaggi in barca a vela, uscite in gommone, giri in motoscafo.
«Le uscite per mare implicano per il nostro organismo sollecitazioni ed adeguamenti a leggi fisiche e chimiche che in acqua funzionano diversamente che a terra – spiega Luca Revelli, Chirurgo endocrino, Università Cattolica di Roma e direttore del Master in Medicina del Mare – Il mal di terra è il mal di mare ‘al contrario’ ed è un esempio calzante: bastano anche solo tre giorni in mare in navigazione e una volta tornati sulla terra ferma si possono avvertire vertigini, stanchezza, nausea e vomito. Per qualche giorno o addirittura per qualche settimana. E questo perché gli stimoli ai quali veniamo sottoposti mentre siamo in mare sono davvero tanti, diversi tra loro e piuttosto irregolari. Pensiamo al rollio, al beccheggio e ai cambi di velocità che ‘ingannano’ il sistema nervoso che non riesce a gestire in tempo utile tutti gli stimoli e mettere in atto i meccanismi di compensazione adeguati. Così, quando si scende a terra, il cervello è ancora alle prese con queste sollecitazioni e ci mette del tempo per adattarsi nuovamente alla nuova situazione».

Se possibile, è utile mettere i piedi a terra ogni paio di giorni, anche per poche ore. E fare degli esercizi di repirazione, con una lenta e lunga fase espiratoria seguita da breve e lunga inspirazione.
Per alcuni il ‘Mal de débarquement’ non è semplicemente uno stato transitorio dopo una gita in mare, ma una vera e propria condizione permanente. Sul sito di OMAR – Osservatorio Malattie Rare si legge un’interessante intervista di qualche anno fa a Polly Moyer, co-fondatrice di un piccolo gruppo di pazienti inglesi affetti da questa patologia: Action for MdDS UK. Uno dei compiti principali dell’Associazione è quello di sfatare il mito che la MdDS sia innescata solo dalle crociere e che riguardi solo le donne. «Per molte persone con MdDS la terribile confusione mentale che può accompagnare la malattia è una delle sfide quotidiane più grandi – dice Polly Moyer nell’intervista – Ho imparato a ridere di me stessa quando confondo le parole, dimentico le cose o mi perdo in luoghi familiari. Leggere un libro diventa un risultato importante, così come cucinare un pasto».

(Foto: Pixabay e Pexel)