L’italia delle donazioni, le coscienze crescono a piccoli passi
Sono quasi un milione e novecento mila gli italiani che hanno espresso la volontà ad essere donatori. “Una scelta in Comune” – la nuova modalità di registrazione della dichiarazione di volontà in occasione del rilascio o rinnovo della carta d’identità – ha registrato nel 2015 una vera e propria impennata con 104.571 cittadini che si sono espressi sulla donazione di organi e tessuti all’ufficio anagrafe (contro i 15.137 del 2014). In considerevole aumento il numero dei Comuni italiani che hanno attivato questa procedura ( nel 2015 contro i 23 nel 2014) e che hanno consentito di raggiungere una media di 1000 dichiarazioni al giorno raccolte. Si mantiene alta la percentuale dei consensi alla donazione: il 91.6% delle manifestazioni di volontà rese è positiva.
Nel 2015 in Italia si sono contati circa 22 ,6 donatori per milione di persone, un tasso in calo rispetto al 23,2 dell’anno precedente. In numeri assoluti nel 2015 sono stati 1374 i donatori dei quali ne sono stati utilizzati 1165. La regione con il più alto tasso di donatori per milioni di persone è la Toscana (48), seguita dal Friuli Venezia Giulia (37,4) e dall’Emilia Romagna (30,4), Fanalino di coda la Sicilia (9,8), l’unica regione sotto il 10.
A queste cifre bisogna aggiungere i donatori da vivente che sono stati 301 per il rene e 23 per il fegato. Per le donazioni di rene da vivente, il 2015 ha consentito di raggiungere un vero e proprio record, sfondando per la prima volta la soglia dei 300 prelievi (+50 rispetto al 2014, +74 rispetto al 2013 e +109 rispetto al 2012). L’aumento delle donazioni da vivente, un aspetto su cui il Centro Nazionale Trapianti e la Rete trapiantologica hanno dedicato particolare attenzione nel corso degli ultimi due anni, ha consentito di portare il numero complessivo delle donazioni a quota 1.494 (+ 51 rispetto al 2014) (dati CNT).
In calo il tasso delle opposizioni che è passato dal 31% del 2014 al 30,5 % del 2015. Piccole variazioni che però fanno comunque sperare che la cultura della donazione in Italia, pur se a velocità ridotta, comunque qualche passo in avanti lo stia facendo.
«Quella delle donazioni è una spina nel fianco nel sistema italiano dei trapianti che pur contando eccellenze nei Centri, nella rete organizzativa e nei professionisti è ancora molto indietro per numero di trapianti effettuati – spiega Franco Citterio presidente SITO attualmente in carica fino alla fine dell’anno e Presidente della Fondazione Italiana per la Promozione Trapianti d’Organo FIPTO – e questo perché i donatori di organi sono ancora troppo pochi. In Italia manca nella popolazione una radicata cultura della donazione, si sa poco e si fa poco. Quotidianamente ci troviamo davanti delle enormi resistenze. E poi c’è la questione dei donatori da vivente. Se qualcosa è stato fatto per agire sulle coscienze in termini di donazione da donatore deceduto ancora molto c’è da fare per quelle da donatore vivente. Ma non è facile spiegare ad una persona sana che deve essere operata per donare un proprio organo, anche se ad un congiunto. La paura è tanta. Paura di morire ma anche paura di cedere un organo che magari in futuro potrebbe servire ad un parente più stretto. Dobbiamo fare più educazione, più cultura della donazione a 360 gradi, solo così l’Italia potrà crescere».
A livello europeo le cose sono piuttosto disomogenee. Meglio di noi sicuramente la Spagna e il Portogallo con un tasso di donatori pari rispettivamente a 40,2 e 31 per milione di persone (dati della Commissione Trapianti del Consiglio d’Europa) e la Francia con 28,1 ma alle spalle abbiamo la Gran Bretagna e la Germania, solo per citarne due.
«Noi possiamo salvare molte vite in sala operatoria – aggiunge Umberto Cillo, presidente eletto SITO in carica da gennaio 2017 – ma ci serve l’aiuto di tutti. Ognuno di noi può salvare una vita, anzi più vite, scegliendo di diventare donatore. Le campagne del Ministero ci sono ma il gap culturale da colmare è enorme. In vent’anni abbiamo fatto passi da gigante in termini di professionalità in sala operatoria e di organizzazione ma solo piccoli passi nelle coscienze. Per questo la SITO e la FIPTO chiedono l’aiuto dei mass media per tornare a parlare di trapianti e donazioni, non solo quando c’è un evento di cronaca. Abbiamo ovviamente al nostro fianco il Ministro della Salute ma ora chiediamo anche al Ministro dell’Istruzione di aiutarci perché per educare le coscienze dobbiamo parlare ai ragazzi, che sono più pronti degli adulti a trattare alcune tematiche». «Diverso e complesso – aggiunge Cillo – il discorso sulle donazioni da vivente. Noi leggiamo il terrore negli occhi delle persone. Ed è legittimo. Soprattutto perché c’è ancora una volta tanta disinformazione. Non si sanno i rischi che si corrono ma anche quelli che non si corrono. Non si parla abbastanza del fatto, per esempio, che nel trapianto di rene da donatore vivente i risultati sono certamente migliori. Non si parla abbastanza del fatto che abbiamo una legislazione e una organizzazione di processo della donazione da vivente che sono all’avanguardia in questo campo. Perché ci sia la massima tutela fisica, psicologica e legale del donatore durante e dopo la donazione».