Leishmaniosi, un pericolo per i cani ma anche per gli uomini. Eppure basta un gesto per proteggere gli animali e spezzare la catena del contagio.
Piccole, silenziose, fastidiose, aggressive: le zanzare sono l’incubo delle nostre notti estive e anche di giorno non ci lasciano in pace. Ma sono anche l’incubo anche dei cani: anzi, per loro sono dei veri e propri killer. Armati del parassita Leishmania, i pappataci, sono i vettori che infettano i cani provocando appunto la Leishmaniosi che, alle nostre latitudini, si manifesta soprattutto nella forma viscerale. Complice anche il cambiamento climatico non c’è più zona in Italia dove si può stare ‘al sicuro’. Tanto da iniziare a parlare di ‘Emergenza Leishmaniosi’, per i cani ma non solo. Sì, perché il pappatacio che infetta il cane è lo stesso che può pungere, e quindi infettare, anche l’uomo. Ad oggi nel nostro Paese la malattia colpisce soprattutto i cani ma ci sono aree nel mondo dove la situazione è decisamente più grave. Per questo non bisogna abbassare la guardia. La Leishmaniosi, un pericolo per cani e proprietari, è stata al centro di un incontro scientifico a Parma organizzato da Boehringer Ingelheim Animal Health con il patrocinio dell’Ordine dei Medici Veterinari della città emiliana.
La Leishmaniosi è trasmessa da una microscopico pappatacio o flebotomo di circa 2-4 millimetri che ingerisce il parassita Leishmania quando punge un animale infetto succhiandone il sangue. A quel punto il parassita si sviluppa all’interno del pappatacio e si colloca nel suo apparato buccale, pronto per essere iniettato in ogni altro animale che il pappatacio andrà a pungere. Dando il via ad una catena di contagi infinita.
Una patologia frequente nel sud Europa, con una prevalenza pari al 75%. In Italia è diffusa in Liguria, in tutte le regioni del Centro-Sud e nelle isole. Recenti indagini epidemiologiche, però, hanno evidenziato focolai anche al Nord, in aree precedentemente considerate indenni come le zone collinari di Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna.
La malattia nel cane non è guaribile ma può essere tenuta sotto controllo con terapie specifiche. Nell’uomo si manifesta in modalità più leggera che nel cane ma, in assenza di terapia, può diventare grave nei bambini, negli anziani e nei soggetti immunodepressi. È necessaria una diagnosi precoce e specifica nell’uomo; la leishmaniosi cutanea, infatti, può guarire da sola, mentre quella viscerale, che coinvolge gli organi interni, può portare complicanze importanti.
Cosa fare? E’ fondamentale ‘spezzare’ la catena del contagio per quanto possibile. Sia per proteggere la salute dei cani, sia per tutelare anche quella degli uomini. Un primo passo, sicuramente alla portata di tutti, e fondamentale per la prevenzione negli animali, è quella dell’uso dei repellenti. Perché se ci danno fastidio pulci e zecche sul cane perché poi invadono l’ambiente domestico, altrettanto fastidio ci devono dare i pappataci e dobbiamo fare il possibile affinché non pungano il nostro cane.
«È importante che sia i padroni che i medici veterinari – dice il professor Ezio Ferroglio del Dipartimento di Scienze Veterinarie, Università di Torino, commentando le caratteristiche di Frontline Tri-Act – siano informati circa la necessità di usare per la profilassi degli ectoparassiti durante il periodo estivo un prodotto che abbini all’azione insetticida contro pulci e zecche anche quella repellente e insetticida contro i pappataci. Si tratta, infatti, dell’unica soluzione in grado di ridurre il rischio di trasmissione della leishmania, poiché in un animale trattato i pappataci non solo non arrivano a pungere, ma vengono eliminati grazie all’azione insetticida. Se il parassita viene solo allontanato, invece, resta attivo e pronto a colpire altri soggetti. È ancor di più importante proteggere i cani già malati, per ridurre il rischio che i flebotomi, nutrendosi su di lui, possano infettarsi e quindi trasmettere l’infezione ad altri cani oppure all’uomo e, se comunque infettati, muoiano prima di trasmette il parassita. Solo in questo modo, è possibile controllare questa grave malattia e ridurre i rischi sia per il cane che per l’uomo». Frontline Tri-Act repelle ed elimina i pappataci (o flebotomi), oltre che eliminare in sei ore pulci e zecche. La sua azione nei confronti dei parassiti dura settimane e può essere utilizzato nei cuccioli a partire dalle otto settimane di età e di peso superiore ai 2 Kg.
«L’interesse per questa malattia si è sviluppato soprattutto negli ultimi anni in seguito all’aumento, a partire dal 2013, dei casi di leishmaniosi viscerale e cutanea nell’uomo in Emilia-Romagna – aggiunge la dottoressa Bianca Borrini, Servizio Igiene Epidemiologia e Sanità Pubblica, AUSL Parma – La causa è in parte da ricondurre al vettore, il flebotomo, che a causa delle condizioni climatiche, si è diffuso maggiormente in alcune zone della regione. Già dal 2009 era stato istituito un sistema di sorveglianza regionale dedicato, ma dal 2014 è nato anche il Laboratorio di Riferimento per le diagnosi molecolari e sierologiche umane, che ha permesso di affinare le capacità diagnostiche, sensibilizzando sempre di più i clinici sulla malattia. Fino al 2012 si registravano nel territorio regionale 5-10 casi l’anno per arrivare nel 2013 a circa 40. Parma fino ad oggi è stata fuori dalla zona più problematica, l’endemia maggiore si è registrata nelle province di Modena, Bologna e Reggio Emilia».