Le famiglie ‘elastiche’ sono più felici

“Tutte le famiglie felici si somigliano. Ogni famiglia infelice, invece, è infelice a modo suo” scrive Lev Tolstoj aprendo Anna Karenina. E non ha tutti i torti. Anzi, ci sono evidenze scientifiche a supportare la tesi. Infatti, dei ricercatori dell’Università di Rochester hanno pubblicato sulla rivista Journal of Contextual Behavioral Science i risultati di uno studio che ha cercato di capire quale fosse la ricetta per una ‘famiglia felice’. L’obiettivo dei ricercatori era quello di comprendere come un atteggiamento flessibile ed uno più rigido potessero influire nelle dinamiche familiari.
Le famiglie più unite secondo gli studiosi sono quelle più ‘emotivamente flessibili’ e questo è un tratto che in qualche modo le accomuna tutte. Ma che cosa è la ‘flessibilità psicologica’? E’ una sorta di abilità o meglio di un insieme di abilità che le persone usano quando si trovano davanti a situazioni difficili o stimolanti, intense. E’ quella capacità di essere aperti alle nuove esperienze della vita, sia buone che cattive, e accettarle indipendentemente da quanto impegnative o difficili possano essere. In qualche modo, quindi, sapersi adattare, guardando oltre e mantenendo una prospettiva più ampia anche quando i sentimenti che si provano sono più dolorosi, continuando a non perdere di vista i propri obiettivi, i valori più profondi. Non farsi fermare, dunque, dagli imprevisti anche quando si presentano sotto forma di avversità.
All’opposto c’è l’inflessibilità psicologica che porta ad affrontare la vita quotidiana in modo ‘bloccato’, incapace di sfuggire a pensieri e sentimenti negativi, sentendosi giudicati e vergognandosi anche di provarli. Tutto questo fa sì che si rimane schiacciati dallo stress e dal caos della vita quotidiana e si è incapaci di andare oltre, di compiere passi verso obiettivi più stimolanti e positivi.
«In parole povere – afferma il coautore Ronald Rogge, professore associato di psicologia presso l’Università di Rochester- questo studio dimostra che essere consapevoli ed emotivamente flessibili in situazioni difficili e stimolanti non solo migliora la vita degli individui, ma potrebbe anche rafforzare e arricchire le loro strette relazioni».
I risultati suggeriscono che la flessibilità e l’inflessibilità psicologica possono svolgere un ruolo chiave sia nelle coppie che nelle famiglie nel plasmare il modo in cui gli individui interagiscono con le persone a loro più vicine. Per esempio nel rapporto genitori-figli.
Abbiamo notato – dice la coautrice Jennifer Daks- che all’interno delle famiglie con livelli più alti di varie forme di flessibilità psicologica dei genitori, si registra un minore stress a carico dei genitori, un minor disagio infantile, una maggiore coesione familiare. In pratica i genitori adottano più strategie ‘adattive’ e questo comporta minori episodi di lassismo ma anche di reazioni troppo dure e negative, a tutto vantaggio del rapporto con i figli. Al contrario quando nelle famiglie i genitori mostrano una maggiore inflessibilità psicologica c’è un maggiore conflitto negativo, una minore soddisfazione sessuale nella coppia, una minore soddisfazione relazionale sia verso se stessi che verso il partner».
Alla fine, però si torna a quella semplice verità iniziale. Non esiste una vera ricetta per la felicità. Magari ci fosse. E ogni famiglia fa i conti quotidianamente con la vita. Magari, qualche volta, varrebbe la pena fermarsi e cercare di cogliere quello che di bello si ha. Potrebbe essere un bel modo per riprendere fiato e andare avanti con il sorriso.