In aumento italiani con problemi di udito: 1 su 2 chiede di ripetere le frasi

Sono 7,3 milioni gli italiani che soffrono di ipoacusia, cioè il 12 per cento della popolazione. Di più tra gli over 80 e tra le persone nella fascia d’età 46-60 anni. Si può stimare che nel 2025 il numero di persone con un calo uditivo autodiagnosticato saranno 8 milioni e che diventeranno tra i 10 e gli 11 milioni nel 2050. Alcuni disturbi dell’udito appaiono molto diffusi. Al 54,7 per cento degli italiani capita di chiedere alle persone di ripetere ciò che hanno appena detto, il 45,5 per cento ha difficoltà a percepire le voci sussurrate, per il 26,9 per cento è difficile ascoltare i programmi alla tv o alla radio. Queste situazioni hanno un impatto sugli aspetti relazionali, sia in famiglia che al lavoro e determinano una percezione di insicurezza. È quanto emerge da una ricerca realizzata dal Censis con il contributo non condizionante di Confindustria Dispositivi Medici, in particolare di Anifa, Associazione Nazionale Importatori e Fabbricanti Audioprotesi; con Ana, Associazione Italiana Audioprotesisti e Anap, Associazione Nazionale Audioprotesisti Professionali.
Solo il 29,5 per cento degli italiani che soffrono di problemi di ipoacusia utilizza una protesi acustica. Ma con l’81 per cento degli utilizzatori di protesi acustiche che si dichiara molto o abbastanza, l’Italia si colloca ai vertici europei nella graduatoria di gradimento complessivo, seconda solo alla Francia, ma al primo posto come gradimento da parte di coloro che si sono avvalsi del sistema di rimborso previsto dal Ssn. Per le persone che utilizzano una protesi sono migliorati diversi ambiti della propria vita: la capacità di comunicare (78 per cento), il senso di sicurezza (74 per cento), le relazioni familiari (73 per cento), la vita sociale (73 per cento), la salute mentale (72 per cento), la fiducia in se stessi (69 per cento), il senso di indipendenza (68 per cento), le relazioni professionali (67 per cento). L’85 per cento degli utilizzatori si sente più sicuro a guidare e ad affrontare il traffico. E solo il 6 per cento dei possessori afferma di non utilizzare il proprio dispositivo.
La soddisfazione espressa dagli utilizzatori di protesi è molto elevata. Riguarda la professionalità dell’audioprotesista (86 per cento), le caratteristiche del prodotto e la qualità del servizio di prova (86 per cento), il counseling (85 per cento), l’efficacia complessiva in termini di miglioramento dell’udito, come la chiarezza percepita del suono (83 per cento). Anche nella popolazione generale sono importanti gli aspetti di comfort e innovazione, come poter disporre di un apparecchio poco visibile, di una tecnologia amica e insieme innovativa, il 33,4 per cento vorrebbe uno strumento all’avanguardia, mentre per il 28,8 per cento è importante la facilità e l’autonomia di utilizzo. Il 32,3 per cento riconosce l’importanza dei controlli medici periodici e attribuisce valore all’avere a disposizione un tecnico specializzato, come l’audioprotesista, in grado di intervenire e di fornire un aiuto ogni volta si renda necessario. Segue la possibilità di poter cambiare il dispositivo facilmente e in tempi molto brevi nel caso di un guasto o un peggioramento e nel caso in cui sia disponibile una innovazione tecnologica.
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