Hanno il sole negli occhi. L’estate nel cuore. E aspettano l’arrivo della pioggia. Intanto, ci cantano sopra
C’è il sole nei loro sorrisi. C’è il sole nella loro voce. C’è il sole nella loro età piena di entusiasmo. E sono talmente straordinari che riusciranno anche a fare arrivare la pioggia a lavar via le ombre della vita. E arriverà il vento a soffiar via le nuvole. E allora splenderà il sole non più solo nei loro occhi ma anche sulle loro giovani vite e sui loro sogni. Nell’attesa, ci cantano su. Perché i ragazzi sono così. Sono l’estate. Anche in un reparto oncologico. Perché la malattia può piegarli ma non spezza la loro voglia di vivere. Soprattutto se a tenerli per mano e a suonare con loro c’è chi crede nel potere terapeutico della creatività e dell’entusiasmo.
Dopo lo straordinario successo di Palle di Natale, con oltre 11 milioni di visualizzazioni i ragazzi del Progetto Giovani della Pediatria Oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano presentano Sei tu l’estate (la danza della pioggia al contrario). La canzone – disponibile sul canale Youtube di Progetto Giovani che in due giorni ha raggiunto 28mila visualizzazioni , è il frutto di sei mesi di lavoro di 45 giovani tra i 15 e i 24 anni, di cui 25 attualmente ancora in cura, coordinati dal ricercatore e musicista Stefano Signoroni e da Faso, bassista di Elio e Le Storie Tese. Fresca, leggera, orecchiabile, esattamente come deve essere una canzone estiva. Ma anche densa di significati, per chi vuole andare oltre. A partire dal sottotitolo.
«La danza della pioggia racconta un po’ della magia che si crea nel nostro Reparto, un rito magico, l’acqua che porta la vita e lava via i dolori dell’anima – spiega Andrea Ferrari, responsabile del Progetto Giovani – Qui la magia è una danza al contrario, perché l’obiettivo è quello di far tornare il sole nella vita degli adolescenti che stanno affrontando una malattia oncologica. C’è magia, quindi, nel Progetto Giovani ma, occorre dirlo, c’è anche molta professionalità, lavoro, fatica e tante persone che si mettono in gioco con passione, inventando un nuovo modello di cura e cultura. Mi piace segnalare il motto che noi adulti del Progetto Giovani ci siamo dati: ‘Sii creativo, sii entusiasta, sii il meglio che puoi’».
La canzone è il frutto di sei mesi di lavoro “spalla a spalla”, pazienti adolescenti, medici, professionisti e artisti. Alla base, i testi prodotti da 45 giovani tra i 15 e i 24 anni, di cui 25 tuttora in cura, che hanno prodotto fiumi di parole su ciò che significa per loro l’estate. Insieme a loro ha lavorato il team del Progetto Giovani: il dottor Andrea Ferrari, Paola Gaggiotti, coordinatrice artistica, Matteo Silva, educatore, Laura Veneroni, psicologa e Stefano Signoroni, ricercatore INT e responsabile dei progetti musicali. I testi raccolti sono quindi stati elaborati e trasformati nella canzone vera e propria da Signoroni stesso insieme a Faso che già aveva collaborato alla canzone Nuvole di Ossigeno, e a Jacopo Sarno, Giacomo Ruggeri e Tommaso Ruggeri, che avevano già lavorato per Palle di Natale. Sarno, inoltre, è anche il regista del videoclip che accompagna la canzone, realizzato da CloverThree Music.
Canzone e video sono stati resi possibili grazie al contributo dell’Associazione Bianca Garavaglia ONLUS. Il ricavato dei download della canzone dalle piattaforme musicali digitali saranno devoluti in favore del Progetto Giovani.

Il team del Progetto Giovani
La canzone parla di viaggi; e un viaggio importante è quello che si sviluppa nel corso dei trattamenti. «Curare gli adolescenti significa essere in grado di offrire loro infrastrutture e servizi adeguati – interviene Maura Massimino, Direttore della Struttura Complessa Pediatria Oncologica dell’INT – Purtroppo questo non sempre accade. Dal punto di vista clinico, infatti, gli adolescenti sono in un certo senso in una terra di mezzo, con difficoltà di accesso alle cure di eccellenza e di arruolamento negli studi clinici. Il nostro Progetto Giovani è nato proprio con l’obiettivo di superare questi ostacoli e di migliorare la qualità delle cure e della vita».
Il Progetto Giovani è parte integrante della Pediatria Oncologica dell’INT ed è supportato dall’Associazione Bianca Garavaglia Onlus, che da 30 anni sostiene l’attività clinica e la ricerca del reparto (www.abianca.org). La musica, insieme ad altre forme artistiche, ha un ruolo importante nel percorso di cura dei ragazzi. Basti pensare ai progetti sviluppati negli ultimi anni: le canzoni Nuvole di ossigeno e Palle di Natale, il progetto fotografico La ricerca della felicità, il fumetto Loop, indietro non si torna.
«L’Istituto Nazionale dei Tumori quest’anno compie 90 anni e rimane a tutt’oggi centro di eccellenza non solo per la ricerca e le terapie ma anche per l’attenzione alla persona malata – sottolinea Enzo Lucchini, Presidente INT – La Struttura Complessa di pediatria oncologica ha una indubbia leadership nazionale e internazionale e il Progetto Giovani, che ne è parte integrante, per la sua unicità è diventato un modello di riferimento per progetti analoghi in altri Centri italiani e un nuovo modo di produrre lavori scientifici, come dimostrano gli articoli pubblicati sul Journal of Clinical Oncology».
«Progetto Giovani è composto da un’équipe multidisciplinare diversa dai soliti standard ed è questo che la rende un esempio innovativo di approccio al paziente adolescente – sottolinea Stefano Manfredi, Direttore Generale INT – Lo staff medico lavora in stretta sinergia con uno psicologo dedicato, un educatore che vive la quotidianità del reparto con i ragazzi, coordinatori artistici che offrono ai pazienti mezzi di comunicazione innovativi, con l’obiettivo di entrare in sintonia con la vita dei ragazzi. È un impegno non facile, che necessita un training specifico, indispensabile per stare accanto ai giovani pazienti che vivono in un’età difficile e speciale di per sé.»
«Le cure oncologiche sono inevitabilmente impegnative. E lo sono ancora di più per i giovani – conclude Andrea Ferrari – Questo comporta anche momenti relazionali complessi. Il Progetto Giovani cerca di proporre un nuovo approccio alla relazione medico-paziente, o meglio alla relazione adulto-ragazzo. I progetti creativi non cancellano la realtà della malattia, ma offrono al ragazzo un modo per raccontarsi e un’opportunità per capire l’importanza di aprirsi agli altri, équipe, altri pazienti e coetanei sani».