Epatiti virali. A, B, C l’alfabeto da combattere. Oggi è la giornata mondiale
L’alfabeto delle epatiti: A, B, C che abbiamo imparato a conoscere e a combattere. Un alfabeto destinato – si spera- ad essere un ricordo, a patto di non abbassare la guardia. Per oggi riflettori accesi sulle epatiti. Perché oggi è la Giornata mondiale dell’epatite (WHD). La data non è casuale. Il 28 luglio del 1928 nasceva Baruch Samuel Blumberg, che nel 1976, vinse il Nobel per aver scoperto il virus dell’epatite B e avere poi sviluppato il primo vaccino. Lo slogan di quest’anno è ‘Test. Trattamento. Epatiti’. «Dobbiamo accelerare i progressi – dice il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus- per raggiungere il nostro obiettivo di eliminare l’epatiti entro il 2030». Secondo le ultime analisi, condotte dal Center Disease Analysis , l’Italia, per quanto riguarda l’epatite C, è tra i 12 Paesi che potrebbero centrare l’obiettivo. A patto di mantenere alto il numero degli individui trattati.
Il dato è stato diffuso dall’Istituto Superiore di Sanità che, in occasione della Giornata Mondiale contro le Epatiti, ha realizzato un approfondimento su EpiCentro, il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica, con la collaborazione di UNRIC, Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite.
«L’epatiti virali rappresentano – dice Giovanni Rezza – Responsabile del Dipartimento di Malattie infettive dell’ISS – un importante capitolo della patologia umana e un rilevante problema di sanità pubblica, in modo particolare in Italia».
Cosa sono le epatiti. Le epatiti sono un gruppo di malattie non del tutto conosciute, ancora molto diffuse, dovute a cause diverse, ma per la maggior parte a specifici virus. Seppure presentano una sintomatologia simile, in quanto tutte molto debilitanti e durature, hanno caratteristiche diverse. In Italia, dalla fine degli anni Ottanta ad oggi, tutte le epatiti – e in particolare le epatiti B e C – hanno subito una generale riduzione della frequenza. Questo successo è stato ottenuto con adeguate campagne di informazione per la prevenzione e la lotta alle malattie a trasmissione sessuale, per il miglioramento della situazione socio-economica e igienico-sanitaria e, soprattutto, con la vaccinazione obbligatoria contro l’epatite B.
Le principali forme sono l’epatite A, B e C
L’epatite A si contrae per contaminazione fecale e quindi si trasmette per esempio a causa della scarsa igiene delle persone addette alla preparazione di cibi e pasti, mangiando cibi infetti come pesce crudo o poco cotto proveniente da acque inquinate da scolo fognario, non lavandosi le mani dopo aver cambiato un pannolino e portarle inavvertitamente alla bocca, o con rapporti sessuali a rischio. In rari casi l’epatite A può essere fulminante. L’epatite A è una malattia ancora presente in Italia con ricorrenti epidemie, come quella nel 1997, associata al consumo di frutti di mare. Il vaccino antiepatite A è sicuro ed efficace ed è espressamente raccomandato alle persone maggiormente esposte al rischio di infezione quali: viaggiatori, operatori sanitari, personale di asili/nidi di infanzia, personale addetto alla manipolazione degli alimenti o allo smaltimento dei liquami, ma anche soggetti ad aumentato rischio a causa dei comportamenti sessuali, tossicodipendenti, soggetti che vivono a contatto con persone infette e pazienti con malattie croniche del fegato o a rischio di svilupparle.
Le epatiti B e C si trasmettono invece attraverso il contatto con sangue infetto o rapporti sessuali non protetti, o possono essere trasmesse da madre infetta a figlio durante la gravidanza o il parto (soprattutto l’epatite B). Entrambe le infezioni possono cronicizzare ed evolvere in cirrosi ed epatocarcinoma. Ancora ogni anno si registrano nuovi casi di epatite B tra familiari e conviventi di pazienti infetti, tra tossicodipendenti, fra operatori sanitari; questi casi potrebbero essere evitati attraverso una più efficace politica di offerta attiva della vaccinazione, ad esempio attraverso i percorsi assistenziali o i servizi per le Tossicodipendenze delle Aziende Sanitarie Locali (ASL), o programmi di educazione sanitaria.
Un fronte aperto è quello dell’epatite C, la forma forse più subdola e pericolosa, che causa un’epidemia globale. L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di portatori del virus. L’eliminazione dell’epatite C passa attraverso l’accesso a terapie antivirali di nuova generazione in grado di eradicare il virus nella maggioranza dei casi. La disponibilità di terapie efficaci e ben tollerate ha rivoluzionato l’approccio della cura dell’infezione dal virus dell’epatite C (HCV). L’Italia, grazie alle politiche di accesso al trattamento introdotte dall’Agenzia Italiana del Farmaco, AIFA, raggiungerà l’obbiettivo dell’OMS per la riduzione del 65% della mortalità HCV correlata nel 2022.
Prevenzione e sorveglianza in Italia
L’Istituto Superiore di Sanità, ISS, attraverso il Sistema di sorveglianza SEIEVA (Sistema epidemiologico integrato dell’epatite virale acuta), monitora l’andamento e descrive i cambiamenti della distribuzione evidenziando quali sono i principali fattori che ne favoriscono l’insorgenza.
Attraverso la Piattaforma Italiana per lo studio delle Terapie delle Epatiti viRali, PITER. che vede coinvolti più di 100 centri clinici, viene monitorato nel tempo un campione di più di 10 mila pazienti con infezione cronica da HCV, rappresentativi dei pazienti seguiti su tutto il territorio nazionale, per raccogliere informazioni cliniche, laboratoristiche e di esito, e valutare l’impatto a lungo termine dei nuovi farmaci.
La situazione nelle carceri: emergenza da affrontare
“Evadere dalla C” ecco lo slogan della nuova campagna ideata da Villa Maraini, l’agenzia Nazionale per le tossicodipendenze della Croce Rossa Italiana, per la Giornata Mondiale Epatite C per testare e curare i detenuti. «Questo progetto- ha dichiarato Massimo Barra scrivendo al Ministro Giulia Grillo Ministero della Salute e Alfonso Bonafede Ministero della Giustizia- potrebbe rappresentare un modello da replicare nel mondo, dando al periodo detentivo un senso particolare di utilità per il detenuto-paziente ma anche per la popolazione tutta, inserendosi nell’obiettivo governativo di eradicare in Italia l’Epatite C». Intanto Prosegue la campagna nazionale “Meet, Test & Treat” di Croce Rossa Italiana e Fondazione Villa Maraini. L’iniziativa prevede la somministrazione di test rapidi in strada – effettuati in tutta Italia dai volontari dei Comitati CRI – per la diagnosi di HIV ed epatite C. Si tratta di una diagnosi preliminare molto accurata, che viene effettuata da un medico e un’equipe formata di psicologi, operatori sociali e volontari in grado di offrire supporto e consulenza.