Chiara Ferragni non ha sbagliato: sì agli occhiali da sole anche ai neonati. Ecco come proteggere gli occhi dei più piccoli in estate
Chiara Ferragni non ha sbagliato. Gli occhiali da sole ad un neonato si possono mettere. Si scriva quindi la parola fine alle polemiche che sono seguite alla foto postata sul suo profilo Instagram con il piccolo Leone con un paio di occhiali da sole sul nasino. Sul fatto che siano di marca e alla moda poco (o nulla) importa se non ai patiti dello shopping ma che siano di qualità non si discute, perché in ballo c’è proprio la salute degli occhi dei più piccoli. Sì, perché un conto è una foto con un paio di occhiali buffi e divertenti appoggiati per pochi istanti, al solo scopo di far sorridere parenti e amici su facebook, altra cosa è l’uso degli occhiali da sole per proteggere i più piccoli dai raggi UVA e UVB e, quindi, usati con regolarità. La polemica dopo il post della fashion blogger è di poco conto, una di quelle da smartphone e ombrellone ma il tema non lo è: come proteggere in estate gli occhi dei bambini. Ecco quindi i consigli che si trovano sul sito dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Perché in agguato, in estate, c’è sicuramente il sole ma anche sabbia, acqua di mare e acqua della piscina non scherzano certo.
Sole
Sì agli occhiali da sole nei bambini, anche sotto l’anno di vita, con filtri adeguati per proteggerli dai raggi UVA e UVB e per impedire l’insorgenza di una cheratocongiuntivite attinica.
No agli occhiali da sole comprati sulla spiaggia o sulle bancarelle improvvisate. La moda non c’entra è proprio una questione di salute: una lente troppo scura di un occhiale non di qualità costringe la pupilla a dilatarsi più del dovuto e, quindi, l’occhio viene sottoposto ad una quantità di raggi maggiore a quella che si avrebbe senza l’uso degli occhiali. E’ importantissimo che gli occhiali siano di buona qualità e presentino tutte le certificazioni a norma, oltre alla categoria e tipo di filtro solare, classe ottica, istruzioni per la pulizia e la manutenzione. Obbligatorio l’uso degli occhiali da sole per i bambini con congiuntivite allergica, che sono più sensibili ai raggi solari.
La sabbia
Nel caso in cui al bimbo entri della sabbia negli occhi, è necessario lavare accuratamente il viso e sciacquare l’occhio con acqua corrente (mai con acqua di mare!), fino a che ogni residuo di sabbia sarà eliminato. È importante impedire al bambino di strofinare l’occhio, perché tale movimento potrebbe creare un’abrasione corneale. Se il piccolo continua ad avvertire fastidio o prurito, è meglio rivolgersi all’oculista per una visita accurata. Girando la palpebra, il medico può provvedere alla rimozione della sabbia residua o verificare che non vi sia un’abrasione della cornea.
L’acqua
L’acqua dolce della piscina, soprattutto laddove vi sia un’alta concentrazione di cloro, produce spesso un fisiologico arrossamento degli occhi. Trascorse le due ore dall’ultima immersione in acqua, il rossore dovrebbe scomparire. In caso contrario, si possono utilizzare dei colliri blandi, decongestionanti, come per esempio i colliri a base di camomilla. In caso di bruciore elevato, occasionalmente, è possibile usare anche un collirio vasocostrittore o anti-infiammante, che dona immediatamente una sensazione di sollievo e schiarisce gli occhi, eliminando il rossore. Bisogna chiedere sempre allo specialista prima di somministrare questo tipo di collirio perché l’uso frequente potrebbe causare l’occhio rosso cronico.
L’acqua di mare è meno fastidiosa dell’acqua della piscina. In mare è più facile, però, contrarre delle congiuntiviti, soprattutto se l’acqua è inquinata. Meglio, quindi, evitare di tenere per molto tempo gli occhi aperti sott’acqua. In caso di rossore, comportarsi come per l’acqua dolce: collirio decongestionante, se il rossore persiste dopo le due ore dall’ultimo bagno e vasocostrittore se il fastidio e il rossore non tendono a diminuire.