Amici miei, festeggiamo per un giorno. E amiamoci tutta la vita
di Claudia Maria Ragno
Chi trova un amico, trova un like. E’ inutile prendersi in giro, girarci troppo intorno. Perché di amici, quelli veri, quelli che ti vengono a prendere in aeroporto all’improvviso di notte, che ti prestano dei soldi, che ti ascoltano (mostrando interesse!) quando per l’ennesima volta gli racconti del tuo amore infelice, quanti ne abbiamo? Due? Cinque? Dieci? Uno solo che ti sopporta da quando sei bambino? Tutto il resto è ‘popolarità’, tutto il resto è socialità, conoscenza, allegria, consuetudine e buona educazione. Centinaia di amici che affollano le bacheche e dei quali non sentiamo la voce da anni. Sono colleghi, amici da aperitivo, vecchi compagni di scuola mai abbandonati o ritrovati dopo anni, genitori visti alle riunioni di scuola, vicini d’ombrellone. Tutto il resto è vita, per carità. Ma amicizia è altro.
Amicizia è condivisione. Reale. Non a caso quando nel 2011 l’Onu ha deciso di fissare il 30 luglio la giornata internazionale dell’amicizia lo ha fatto pensando allo spirito più nobile: quello della solidarietà tra persone. Pensando alla rete sociale più che a quella social. Perché, sempre secondo l’Onu, per ottenere una stabilità duratura, creare una rete che porti sicurezza e contribuisca ad aumentare nella gente la passione per un mondo migliore, nel quale tutti sono uniti per il bene comune, è necessario coltivare le amicizie. Essere amici di pochi per diventare amici di tutti.
Ecco, parlare di amicizia in un mondo social dove impera l’odio non è proprio un gioco da ragazzi. Richiede un pizzico di faccia tosta e un po’ di ironia.
Comunque sia gli amici sono fondamentali. Lo sappiamo tutti e l’Istat lo conferma: quasi il 60% della popolazione con più di 14 anni di età ha a disposizione sia una rete di amici che una rete di sostegno esterna alla famiglia. Un altro 20% può contare su una sola rete di relazioni. E 3 milioni dichiarano di non avere alcuna rete esterna alla famiglia, cioè non hanno reti di sostegno in cui contare.
Un’amicizia – più o meno intima che sia – richiede tempo. Quasi il 53% degli over 15 (è sempre l’Istat nel Rapporto annuale 2018 sulla Situazione del Paese a dirlo) è soddisfatto della quantità di tempo che trascorre con gli amici ma il 37% lamenta di non averne abbastanza. Sono soprattutto i giovani adulti tra i 25 e i 44 anni, soprattutto se in carriera o con figli piccoli o quasi adolescenti.
I social hanno senza dubbio cambiato il concetto stesso di amicizia anche se i giovani hanno imparato a non farsene sopraffare: considerano l’amicizia in rete una modalità complementare a quella dell’interazione personale. Il muretto non è andato fuori moda.
Sì perché non c’è niente da fare per diventare amici bisogna guardarsi negli occhi, fare cose insieme, dirsi cose, condividere esperienze e ricordi. Non bastano una manciata di minuti. Uno studio pubblicato sul Journal of Social and Personal Relationships condotto dagli studiosi dell’Università del Kansas ha addirittura ‘misurato’ il tempo per diventare amici: servono 200 ore. Almeno. Per arrivare a questa conclusione sono stati incrociati tra loro due studi e alla fine emerso che se 50 ore sono sufficienti per creare un’amicizia occasionale, ne servono 90 per un legame meno superficiale e 200 per potersi, davvero, dichiarare amici.
‘Chi si assomiglia si piglia’ dicevano i nonni (dei nonni, oramai). E un fondo di verità scientifica c’è. Gli studiosi del Computational Social Neuroscience Lab dell’Università della California, Los Angeles, hanno pubblicato uno studio su Nature Communications nel quale hanno riportato i dati dell’osservazione di un gruppo di studenti, con alcune coppie di amici. Grazie ad uno scanner funzionale con risonanza magnetica hanno potuto registrare le risposte neurali a determinati stimoli e sono giunti alla conclusione che gli amici elaborano le informazioni e gli stimoli del mondo esterno in maniera molto simile.
‘Non può esistere l’amicizia tra un uomo e una donna’. ‘Due donne non potranno mai essere veramente amiche’. ‘Gli uomini sono compagni di bevute ma non conoscono l’amicizia profonda come le donne’. Fiumi di inchiostro, di studi, di ricerche. Per dimostrare ciò che non è possibile dimostrare: la ricetta segreta dell’essere amici. A dispetto del tempo, delle distanze, delle diversità. Della vita stessa che, generalmente, tende a separare più che a unire.
Ma che siano davvero amici del cuore o solo legami social che oggi si festeggi! Nel pieno spirito in cui questa festa è stata istituita. Inondando le bacheche di messaggi positivi. E magari per un giorno evitando di postare foto al solo scopo di far morire di invidia ‘gli amici’ di Facebook .
(foto: Pixabay)